Testi e foto di Lucio Michele Balbo  
       
  portici del "Carrugio Dritto" di Chiavari sono noti agli appassionati di antiquariato per il ricchissimo mercatino mensile e per la bellezza dei molti negozi che hanno mantenuto inalterate nel tempo le originali strutture Liberty. Sono botteghe di antiquariato, farmacie, bar e pasticcerie ed anche una piccolissima armeria caratterizzata dalle boiseries dei primi anni del '900 nelle cui vetrine si può ammirare una ricchissima collezione di antiche  
  scatole di polvere da caccia.  
  Una raccolta che parte dalle semplici fiasche di polvere nera della seconda metà dell'800; passa per la profusione di esemplari  della prima metà del '900 -con notevoli esempi di grafica che spaziano dal Floreale al Razionalismo- per arrivare infine alle ultime latte  degli anni  '60, canto del cigno dei piccoli polverifici locali uccisi dall'avvento della distribuzione di massa; uccisa la bellezza e lo stile delle confezioni dall'avvento delle bottiglie in plastica, parto di uomini di marketing privi di poesia, svilite vieppiù negli ultimi tempi da ulteriori etichettature  sovrapposte alle originali  dalla smania catalogatrice degli inquilini dei Palazzi Romani della Burocrazia.  
     
 

 
     
  Quello dei Lanata, armieri da tre generazioni,  più che un esercizio commerciale è un Salotto ove sopravvive la cultura antica della caccia e delle armi; punto di incontro tra giovani appassionati ed anziani ricchi di esperienza.  
  Grazie proprio ad uno di questi giovani cultori dell'Ars Venandi oltre che collezionista di armi fini ho potuto ammirare e fotografare  un oggetto che non esito a definire mitico;  frutto dell'abilità costruttiva di un grande Armaiolo e la genialità  di un non meno grande Inventore.  
     
 

 
     
  Nel mondo coloniale di fine '800 la caccia non era soltanto sport ma anche fonte di approvvigionamento per nutrire famiglia e famigli.  
  Cacciare per imbandir la tavola vuol dire tirare a quello di commestibile con cui si viene in contatto ed in quel mondo, a volte, voleva dire tirare per non diventar essi stessi un pranzo.  
  Disporre dunque di un'arma che potesse sparare indifferentemente a pallini o a palla, senza portarsi dietro un pesantissimo e meccanicamente complesso Drilling o Vierling era sicuramente un'utopia ed un'arma del genere appunto un paradosso.  
  A risolvere il paradosso ci pensò un geniale inventore, il Colonnello George Vincent FOSBERY, ideatore, tra l'altro,  del revolver semiautomatico Webley-Fosbery  (1897).  
     
 

 
     
     
  Il 20 Giugno 1885  col Brevetto Nr. 7568 fu depositata da parte di Fosbery la descrizione provvisoria di un fucile da caccia capace di sparare sia a pallini senza pregiudizi per la rosata sia a palla con la precisione di un Express.  
  Il 27 Agosto 1885 seguiva la descrizione completa dell'invenzione dal titolo "perfezionamenti nelle canne da fucile"  
     
  ... "La presente invenzione consiste nel dare alla parte strozzata della canna un certo numero di righe spiralate l'inclinazione delle quali può variare, normalmente, secondo il diametro dell'anima del fucile, la lunghezza della palla che verrà usata ed il punto ove cade il centro di gravità di detta palla. Inoltre l'inclinazione di tali righe deve essere in proporzione alla lunghezza della strozzatura.  la differenza di calibro tra le due parti della canna dovrebbe preferibilmente essere di un millimetro o un venticinquesimo di pollice e la porzione contratta finale della canna dovrebbe essere lunga circa un pollice" ...  
     
  Segue la descrizione delle righe, del loro profilo e profondità e delle possibili varianti e la descrizione della palla ottimale per il tipo di rigatura proposto.  
     
 

 
  Infatti come abbiamo letto Fosbery aveva ben chiaro il fatto che ad ogni rigatura deve corrispondere un ben preciso tipo di palla o -se vogliamo- che la rigatura di un'arma deve essere progettata "intorno alla cartuccia"  
     
  I buoni risultati  storicamente documentati dei Paradox di Holland & Holland  e confermati dalle sperimentazioni fatte dal fortunato proprietario del nostro esemplare sono sicuramente dovuti all'uso di una palla "dedicata" ottenuta con l'apposito fondipalle in dotazione al fucile.  
  Quanto al tiro a pallini ancora una volta il proprietario dell'esemplare oggetto di queste righe ci conferma la veridicità delle prove d'epoca: alla placca (ed a caccia) l'arma si comporta come una normale doppietta di media strozzatura.  
     
  Holland & Holland assunsero  il  brevetto e fabbricarono l'arma che fu presentata col nome commerciale di  "Paradox"   
  La prima prova pubblica avvenne sotto il controllo dell'autorevole periodico "Land and Water" ed alla presenza di varie autorità sia civili che militari, in condizioni meteorologiche non certo ottimali,con vento laterale ed una fastidiosa pioggerellina intermittente.  
  Per la prova di tiro a 50 yarde  fu usato un bersaglio di cartone con un centro circolare del diametro di circa 8,6 centimetri  (3,5"): tirando  a canne alternate  il sig. Froome della H&H piazzò le dieci palle al centro con sei colpi su dieci sovrapposti.  
  Per la prova a 100 yarde  il bersaglio  centrale era un quadrato con lato di 4 pollici (10,16 cm. ) Questa volta i colpi al centro furono sette mentre tre finirono più a destra a causa del vento laterale che era aumentato.  
     
  Sull'onda del successo dei Paradox di H&H altre case inglesi come Webley, Greener e Westley Richards produssero armi simili, ovviamente con delle varianti che non fossero lesive del brevetto di Fosbery ma nessuna ottenne i brillanti risultati pratici di quelle di Holland & Holland.  
     
  Il giorno 8 Agosto 1903 avvenne una nuova prova ufficiale, questa volta sotto il controllo della più prestigiosa rivista dell'epoca "The Field".  
  L'arma venne testata a pallini sulla placca posta a 40 yarde ottenendo rosate ben distribuite con una media di 140 pallini nel classico cerchio da 76 cm.  
  Per le prove a palla si usarono sia cartucce a polvere nera sia cartucce caricate con le nuove polveri nitrocomposte ottenendo rosate di 2 pollici quadrati a 50 yarde e di 5 pollici quadrati a 100 yarde.  
  A detta di "The Field"  molti cacciatori consideravano più efficace la pesante palla da 750 grani del Paradox su animali di pelle tenera ma pericolosi, come la tigre, rispetto alle più leggere palle dei normali express.  
     
  Vediamo allora la cartuccia ed il fondipalle specifico:  
     
 

 
 

la palla pesava 750 grani per il cal. 12 ed  era caratterizzata da una profonda gola che serviva sia per ingrassaggio sia per la vistosa crimpatura che "strozzava" il cartone del bossolo intorno alla palla.

 
     
 

 
     
  L'elegante set per la preparazione delle palle comprende la pinza di fusione e due inserti avvitabili che chiudono la parte apicale, quello più corto produce una normale palla ogivale  mentre quello più lungo produce una palla espansiva a punta cava (HP)  
  Sappiamo che queste palle a punta cava potevano essere usate allo stato naturale sfruttando soltanto l'effetto espansivo, oppure si poteva inserire nella cavità un penetratore di rame o ottone o persino riempire la cavità con una miscela di clorato di potassio e zolfo coperta da un tappo di cera, ottenendo in questo modo delle  palle esplosive particolarmente efficaci contro i pericolosi felini.  
     
 

 
     
   
     
 

 
     
 

Ed ecco il fucile nella sua valigetta

 
     
   
     
 

 
 

L'etichetta interna testimonia l'importazione in Italia, notare lo stemma sabaudo ed i riferimenti alle prove del 1883

Sull'etichetta compare la riproduzione di una prova  di rosata

 
 

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L'alzo a fogliette

 
     
 

 
 

Sulle canne il produttore ed il riferimento al brevetto di Fosbery

 
 

 

 
 

 
 

Ed ecco  la strozzatura rigata

 
     
 

 
 

 
 

La perfezione delle incassature e la bellezza dello zigrino non necessitano di commenti

 
     
 

 
 

La pala del calcio ... solida funzionale bellezza!

 
     
 

 
 

La cartella destra -cliccare sull'immagine per ingrandire-

 
     
 
La forma della cartella (cosiddetta "a pera") ricalca  quelle dei vecchi cani esterni, dai quali deriva, di fatto,  per traslazione all'interno del cane.
 
 
Successivamente la forma verrà gradualmente a modificarsi  soprattutto nella parte posteriore -che assumerà quella attualmente in uso- tendendo  peraltro anche ad abbassarsi leggermente nella parte anteriore. Solamente Rigby, tra i Grandi, ha mantenuto a  lungo questa caratteristica configurazione della cartella.
 
  L'incisione, con un  riccio ampio ed una distribuzione sulla superficie della cartella tipica di H&H  caratterizzerà per decenni questi fucili, contrapponendosi e differenziandosi dall'ornato della "concorrenza", in particolare  dal cosiddetto schema Purdey (che prevede un'inglesina a pieno campo, molto stretta, intercalata con due campi ovali o tondi nei quali sono incisi dei bouquets.  
  Peraltro lo schema Purdey é, probabilmente, quello più utilizzato tanto da rappresentare, nell'immaginario oplologico collettivo, l'archetipo dell'Inglesina.  
     
     
 

 
 

La cartella sinistra -cliccare sull'immagine per ingrandire-

 
     
 

 
 

L'elegante chiave riporta il brevetto della chiusura H&H  -cliccare sull'immagine per ingrandire-

 
     
 

 
       
 

 
     
 

 
 

Il petto di bascula -cliccare sull'immagine per ingrandire-

 
     
 

 
 

le leve di armamento -cliccare sulle immagini per ingrandire-

 
     
 

 
 

La culatta con i percussori; in primo piano le leve  di armamento

I punzoni sui piani delle canne
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La tavola di bascula con il numero di matricola ed il punzone con la V della regina Vittoria

 
     
 

 
 

La lunga codetta testimonia un progetto costruttivo particolarmente solido in funzione della duplice funzionalità dell'arma
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Ancora una vista dall'alto che ci permette di osservare la bellezza e la perfezione delle lavorazioni
  
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  I Paradox furono realizzati principalmente in calibro 12; 16 e 20, furono anche prodotte versioni in calibro 10  ed intorno al 1910 la H&H sperimentò e produsse un tipo di palla più lunga e pesante da usarsi in una variante del fucile per tiro fino a 300 yarde chiamata "Long Range Nitro Paradox".  
     
     
     
  Si ringrazia l'Armeria Lanata di Chiavari per la collaborazione